"Yoga è concentrazione che limita le modificazioni della mente. Liberato da esse, il Sé (lo spirito) consegue l'autoespressione".
Patanjali - Yoga Sutras 1.1-4
Il Raja Yoga è il nome con cui è nota la dottrina dello Yoga Classico (o Yoga Darhana una delle sei darshana ortodosse del pensiero indiano), sinteticamente ed in relazione ai sunti che abbiamo già fatto su gli altri tipi di yoga - Hatha Yoga, Bhakti Yoga, Karma Yoga - è la via della concentrazione della mente.
Massimo riferimento in materia sono gli Yoga Sutras di Patanjali, la cui datazione è incerta, tradotto Gli aforismi dello yoga.
Si tratta di 195 strofe divise in quattro libri:
Il Raja Yoga, così come il Samkhya, altra delle sei darshana dottrine ortodosse del pensiero indiano, vede nell'ignoranza l'origine di ogni sofferenza e vede nella capacità di discriminazione la possibilità di liberarsi del ciclo delle rinascite.
Il percorso proposto per il Samadhi è una dura e costante opera di trasformazione del sé, che investe lo yogin nella sua totalità. Il procedere di questa ardua impresa viene descritto negli otto gradini o membra dell'ashtangayoga, appunto lo yoga degli otto gradini.
Il punto di partenza dello yoga è nel fenomenico e il percorso che si pone per arrivare al fine dell'unione con il principio superiore è di tipo psicologico.
Da un punto di vista cronologico, il Raja Yoga e gli Yoga Sutra di Patanjali si collocano nella fase classica; nella precedente fase pre-classica, che si conclude con il II secolo d.c. si collocano testi come le Upanishad e la BhagavadGita alla quale sappiamo ricollegarsi il Karma Yoga e il Bhakti Yoga. L'Hatha Yoga sono successivi e si collocano in quella che viene definita una fase post-classica.
Fonti: Marilia Albanese, Lo Yoga, Xenia || Carlo Patrian, Lo Yoga, 1072
Patanjali - Yoga Sutras 1.1-4
Il Raja Yoga è il nome con cui è nota la dottrina dello Yoga Classico (o Yoga Darhana una delle sei darshana ortodosse del pensiero indiano), sinteticamente ed in relazione ai sunti che abbiamo già fatto su gli altri tipi di yoga - Hatha Yoga, Bhakti Yoga, Karma Yoga - è la via della concentrazione della mente.
Massimo riferimento in materia sono gli Yoga Sutras di Patanjali, la cui datazione è incerta, tradotto Gli aforismi dello yoga.
Si tratta di 195 strofe divise in quattro libri:
- il primo libro spiega le varie fasi che portano al Samadhi,
- il secondo la pratica ascetica delle "otto membra" dell'ashtangayoga,
- il terzo elenca i siddhi, ovvero i poteri sovrannaturali che intervengono nel cammino,
- il quarto parla dello stato di isolamento chiamato kaivlsya.
Il Raja Yoga, così come il Samkhya, altra delle sei darshana dottrine ortodosse del pensiero indiano, vede nell'ignoranza l'origine di ogni sofferenza e vede nella capacità di discriminazione la possibilità di liberarsi del ciclo delle rinascite.
Il percorso proposto per il Samadhi è una dura e costante opera di trasformazione del sé, che investe lo yogin nella sua totalità. Il procedere di questa ardua impresa viene descritto negli otto gradini o membra dell'ashtangayoga, appunto lo yoga degli otto gradini.
Il punto di partenza dello yoga è nel fenomenico e il percorso che si pone per arrivare al fine dell'unione con il principio superiore è di tipo psicologico.
Da un punto di vista cronologico, il Raja Yoga e gli Yoga Sutra di Patanjali si collocano nella fase classica; nella precedente fase pre-classica, che si conclude con il II secolo d.c. si collocano testi come le Upanishad e la BhagavadGita alla quale sappiamo ricollegarsi il Karma Yoga e il Bhakti Yoga. L'Hatha Yoga sono successivi e si collocano in quella che viene definita una fase post-classica.
Fonti: Marilia Albanese, Lo Yoga, Xenia || Carlo Patrian, Lo Yoga, 1072