Il loto affonda le sue radici nel fango
nella acque torbide, putride
esso cresce
attirato irresistibilmente da quella luce
che esso ignora
ma di cui ha presentimento
e che lo tira, e che lo attira, e lo solleva
e lo costringe a salire
e che, all'improvviso,
incontra
quando, arrivato alla superficie
la raggiunge.
Allora, glorioso,
si apre
si espande
e, accecato,
abbaglia ognuno
col suo indicibile splendore.
Frederick Leboyer, Shantala